… A proposito del cashmere

 

Oggi si fa un grande uso della parola cashmere.

In questa sezione del nostro sito cerchiamo di chiarirvi alcuni punti fondamentali per diventare consumatori “evoluti” cioè consapevoli dei veri elementi che costituiscono un capo in cashmere.

Quando si parla di cashmere si parla di una fibra tessile naturale, è una fibra molto rara e quindi preziosa, con proprietà straordinarie. Si ottiene dal vello della capra Hyrcus, originaria delle regioni montuose dell’Asia. Ma ora è per lo più localizzata nella parte settentrionale della Cina, Afghanistan, Mongolia ed Iran. Data l’ostilità dell’habitat dove vive la capra Hyrcus (inverni rigidi ed estati torride) questa ha sviluppato sotto il vello esterno (quello più grossolano), un sottovello chiamato Duvet.

Proprio questo Duvet è il cashmere, una fibra leggera, morbida e fine, con la caratteristica di avere un’altissima capacità d’isolamento sia dal freddo che dal calore.

Il cashmere si può trovare anche con i nomi kakemir, cachemire, cachemere oppure kashmere o kashmir; il nome cashmere o kashmire deriva dalla regione del Kashmir, lo stato più settentrionale della regione indiana.

E’ nata anche con il nome francese di cachemire e con quello italiano, ormai raro, di casimira; ma oggi anche in italia viene chiamato con il nome di cashmere o cachemire.

Breve storia

Considerato l’eterno mito, avvolto da leggende millenarie, “il vello d’oro” o “manto dei re” suscita da sempre un fascino ineguagliabile per chi, alla ricerca del gusto e dello stile classico e raffinato, ama indossare il calore e la morbidezza di una fibra naturale molto pregiata che vanta origini antiche. Si racconta che sin dai tempi di Giulio Cesare, i nobili romani indossassero bellissimi scialli, morbidi e con disegni originali, fatti in cashmere e di provenienza indiana. Queste stole erano il simbolo di uno stato sociale molto elevato poiché molto rare e costose. Alla fine del XIII secolo, Marco Polo, al ritorno dai sui viaggi in oriente, descrisse dei velli pregiati provenienti dalle capre e dai cammelli, utilizzati dai turcomanni e dai tartari.

La conoscenza di questi meravigliosi materiali si diffuse maggiormente in Europa e in particolare in Francia, in seguito alla campagna d’Egitto del 1792 di Napoleone Bonaparte, durante la quale l’esercito francese si trovò a combattere contro l’esercito dei turchi mamelucchi. Gli ufficiali turchi  avevano in dotazione nel corredo uno sfarzoso scialle triangolare di cashmere finemente disegnato, chiamato “boteh”. La moda di questi scialli  si diffuse verso la metà del 1800 nei palazzi di Eugenia Bonaparte, moglie di Napoleone III e alla corte stessa della regina Vittoria d’Inghilterra che, tramite la Compagnia delle Indie, importava in Europa i preziosi scialli fatti di “pashmina” (“pash” significa “lana”).

Camillo Benso Conte di Cavour cercò di allevare in Italia la capra da cui deriva  il cashmere. Questo tentativo  fallì miseramente in quanto in Italia non esistevano  le condizioni climatiche e ambientali che favorivano l’animale a produrre la preziosa fibra che lo difendeva dal freddo.

 

Qualche numero

– 300 grammi: è la quantità di cashmere fornito da una capra in un anno.
– 6,5 km: è la lunghezza del filo necessario per fare una maglia.
– 3: le caprette da cui viene fornita la fibra necessaria per produrre un cardigan lungo di cashmere
– 104 milioni: le capre che vengono allevate in tutto il mondo; di cui 75 milioni in Cina, 14 milioni in Iran, 9 milioni in Mongolia e 9 milioni nel resto del mondo.

 

Caratteristiche

La lana cashmere unisce alle proprietà della lana un’estrema leggerezza e sofficità grazie la sua maggiore finezza (larghezza fibra). Riportiamo un esempio esemplificativo: la lana merino extrafine ha una finezza che varia dai 15 ai 19 micron mentre il cashmere va dagli 11 ai 18 micron (1 micron = 0.001 millimetri).

I colori sono il bianco, il più richiesto e prezioso, il light grey, light brown, dark brown e red. Significativo e’ il fatto che sia necessaria la tosa annua di 3 o 4 capre per raccogliere il cashmere sufficiente alla realizzazione di una sola maglia; ciò, unito alla limitata produzione mondiale ed alle caratteristiche morfologiche esclusive della fibra, rende ben comprensibile il valore che essa raggiunge sul mercato.

Le caratteristiche di questa fibra sono uniche e straordinarie: essa è calda e morbidissima, ma allo stesso tempo leggera e resistente, lascia traspirare la pelle ed è confortevole.
Questi sono i motivi per i quali siamo in molti ad amarla!

Le nostre maglie sono prodotte in finezza 3, 5, 7, 12, 18. Maggiore è il numero che esprime la finezza, più sottile è il filato;

il cashmere “2 ply”: un errore comune (anche da parte di alcuni esperti del settore), è confondere l’indicazione del filato “a due fili” ossia la definizione del “cashmere 2 ply” con la tecnica della lavorazione di maglieria in cui vengono semplicemente accoppiati i fili di due rocche. Il filato di cashmere, per poter essere chiamato tale deve essere composto da 2 fili ritorti in un unico capo (titolo 2/28000, cioè 2 capi di 1/18000 ritorti).

Inoltre, ad un filato “1 ply” corrisponde una lunghezza del filo di 18000 metri per kg,  per produrre invece il filato di cashmere “2 ply” occorre invece una lunghezza di 28000 metri per chilo.

 

Come nasce un capo in cashmere

La prima è la fase la smacchinatura, cioè la tessitura dei teli che andranno a formare la maglia. A questa fase segue il controllo dei teli smacchinati. Il controllo avviene su dei tavoli luminosi ed in questa fase i teli con delle anomalie vengono scartati.
La cucitura e la rimagliatura, fase successiva, è una tecnica di lavorazione radicata nell’abilità e nell’esperienza delle rimpagliatrici, lavoro fatto su queste macchine, da mani femminili, assolutamente insuperabili dalla tecnologia. Con questa fase comincia la vera composizione del capo. A capo finito, cioè chiuso e cucito (rimagliato) in ogni sua parte con un lavaggio a base di sapone neutro ed ammorbidente, chiamato “follatura”, vengono eliminati il grasso e l’olio. Il lavaggio e la follatura sono due processi delicati poichè in questa fase solo l’attento lavoro di esperti chimici con una lunga esperienza nel campo del cashmere permette di ottenere quella sensazione di morbida tenerezza al tatto tipica del miglior cashmere.

A questa segue il controllo del capo alla bambola luminosa, dopo il lavaggio, per controllare che durante il lavaggio stesso non si siano verificate anomalie nella maglia. Di seguito, il capo viene messo a misura e poi pressato a vapore seguendo una tecnica manuale.  Infine, con un ferro a vapore, il capo viene ripassato per dare il giusto aspetto. La nostra maglia è dunque pronta e, dopo essere stata etichettata e controllata con cura, viene imbustata solo se ritenuta idonea da procedure di qualità secondo i più severi  standard internazionali.

Questa lavorazione meticolosa è il risultato di una tradizione antica, che unisce ad una qualità artigianale l’esclusività di collezioni dalla raffinatezza italiana.

 

Il pilling

Guardate l’etichetta interna al capo: il capo in MAGLIA di cashmere deve essere lavato a mano in acqua o in lavatrice con lavaggi specifici.

La prima regola  è quella di non indossare mai un capo in cashmere due giorni di seguito, ma farlo riposare almeno un giorno, arieggiandolo per qualche ora su una superficie piana all’aperto prima di indossarlo di nuovo.

Vi raccomandiamo una particolare cura per l’uso e la conservazione di questo nobile prodotto, affinché si esaltino nel tempo le sue meravigliose caratteristiche: leggerezza, calore, morbidezza, resistenza.

Può succedere che le maglie realizzate in filati pregiati come il cashmere possano manifestare la tendenza a formare peluria o palline superficiali. Questo avviene perché le fibre più corte del filato, nello sfregamento durante l’uso, tendono a staccarsi. L’inconveniente potrebbe essere eliminato in fase industriale utilizzando filati maggiormente ritorti, o ricorrendo a lavaggi che inibiscono il distacco dalle fibre; entrambi gli accorgimenti avrebbero però come conseguenza una sensibile perdita di morbidezza e sofficità. E’ quindi da preferire un capo in maglia che esprima tutta la naturalezza del filato di pregio di cui è composto. La comparsa di pilling non deve essere pertanto interpretata come indicatrice di bassa qualità dei materiali impiegati, né deve costituire motivo di allarme perché lo stesso può essere rimosso con una manutenzione adeguata:

  • asportare delicatamente a mano o con strumenti idonei le particelle di peeling
  • Lavare a mano a temperatura non superiore ai 30°C
  • Utilizzare detersivi specifici per lana in quantità ridotta
  • Risciacquare bene, centrifugare e stendere accuratamente il capo in orizzontale per asciugarlo

Dopo i primi lavaggi effettuati con questi accorgimenti, la formazione del pilling si esaurirà in modo naturale e verrà preservata nel tempo l’originale morbidezza del filato.

 

Come lavare a casa un capo in cashmere

Ricordiamoci che il cashmere è una fibra viva, che si rinnova ad ogni lavaggio e che ama l’acqua! Ecco quindi come procedere a un corretto lavaggio a mano da effettuare tranquillamente con frequenza:

– Porre la maglia su di un piano e, come abbiamo detto, asportare il pilling;

– Preparare una vaschetta d’acqua a temperatura ambiente nella quale diluire poche gocce di detergente neutro

– Immergere una sola maglia per volta, che avrete precedentemente messo al rovescio (si rovina meno). In presenza di macchie, picchiettate dolcemente la macchia con un panno bianco intriso di detergente diluito, senza mai sfregare. Massaggiate quindi tutta la maglia, premendola dolcemente e non torcetela mai.

– Sciacquare molto bene sempre premendo dolcemente. Togliere l’eccesso d’acqua ed effettuare un’asciugatura del capo tra due asciugamani di spugna. Srotolare il tutto e dare “aria” al capo.

– Stendere in piano, all’ombra e lontano da fonti di calore.

– Non stendere mai un capo in cashmere dalle spalle: si deformerà irrimediabilmente.

– Se il capo in cashmere è stato correttamente lavato ed asciugato non richiede grossi interventi di stiratura. Se proprio si ritenesse necessario, dare un semplice colpo di vapore con il ferro da stiro.

– Lasciare infine raffreddare i capi vaporizzati sul tavolo prima di piegarli.

 

Curiosità e domande in pillole

E’ il maschio a produrre la maggiore quantità di lana rispetto alla femmina.

In Cina e in Mongolia la peluria viene tolta a mano con la pettinatura, mentre in Iran e in Afghanistan gli animali vengono  tosati.

La lanugine migliore si ottiene solo tra il 4° e 6° anno di vita dell’animale. 

 

Come posso togliere le pieghe da una maglia in cashmere?

Nel caso persistano antiestetiche pieghe, sarà sufficiente dare un semplice colpo di vapore con il ferro da stiro, a distanza di 5 cm circa dal capo ovvero, se necessario, stirare da rovescio la maglia protetta da un panno di cotone a temperatura minima.

 

Che detersivo e/o ammorbidente uso per il lavaggio?

Il filato di cashmere puro contiene lanolina, una sostanza grassa che impregna e protegge il filato, impermeabilizzandolo. Per questo motivo una maglia diventa sempre più morbida, lavaggio dopo lavaggio. Potete utilizzare uno specifico e delicato detergente liquido per cashmere, quale ad esempio Casheart Soap o eventualmente poche gocce di shampoo neutro per bambini.

 

Un capo in cashmere si allunga o si restringe dopo il lavaggio?

Una maglia in pregiato filato di puro cashmere rimane sempre la medesima per anni se viene attentamente curata e mantenuta seguendo correttamente le istruzioni.

 

Perchè è possibile acquistare maglie con etichetta “puro cashmere” a basso costo?

Perché la materia prima utilizzata può essere di qualità molto variabile, a seconda della provenienza, del colore, del titolo del filato, della finezza, della purezza, della quantità di fibre impure presenti ecc… Infine, non esistendo un ente certificatore mondiale della qualità del filato, produttori poco seri adulterano la purezza del filato aggiungendo fibre sintetiche o, addirittura, indicano sull’etichetta “puro cashmere” anziché viscosa, angora o altro.
Consiglio: una maglia in puro cashmere di buona qualità non può costare poco! Rivolgetevi solo a produttori/rivenditori qualificati!

 

Perchè devo spendere così tanto per una maglia in cashmere quando posso prenderne una in lana?

Il cashmere è dieci volte più leggero e più caldo della lana di pecora, poiché all’interno della sua fibra è presente una camera d’aria che agisce da isolante termico estremamente caldo per proteggere le capre dalle rigide temperature degli altopiani mongoli. La fibra del cashmere ha un alto grado di igroscopicità tale per cui le proprietà coibentanti variano con il tasso di umidità relativa, sia del corpo che dell’ambiente esterno. Ciò permette al corpo di traspirare perfettamente mantenendo una temperatura costante.

 

Come si distingue un cashmere di alta qualità e uno di bassa qualità?

La bontà di una maglia in filato pregiato è legata al titolo, alla purezza del filato, alla sezione della fibra (tra i 14 e i 18 micron) e alla lunghezza della fibra. In sostanza, quanto più è lunga e sottile la materia prima (fibra), tanto più fine e pregiato sarà il filato che da essa si ottiene. Il filato utilizzato dovrebbe essere sempre un sottovello (duvet) two ply (ossia a due fili ritorti) con titolo 2/28000 proveniente dalla Mongolia.